Sangue: antagonisti della vitamina K meglio nelle donne più anziane

donna anziana(Reuters Health) – Secondo alcune evidenze il rischio di sanguinamento con un trattamento con antagonisti della vitamina K (AVK) aumenta con l’età; molti medici sono renitenti a prescrivere questi farmaci ai soggetti più anziani. Il team guidato da Hilde Kooistra, dell’University Medical Center di Groningen, ha voluto approfondire questo tema partendo dal presupposto che ogni terapia anticoagulante, nel momento decisionale, debba essere valutata soprattutto cercando di mantenere in equilibrio i rischi e i benefici.

Lo studio
Per capire meglio i rischi e i benefici della terapia VKA, i ricercatori hanno esaminato 1.109 pazienti di 90 anni di età, trattati presso i propri centri di riferimento, per oltre 3,5 anni. Ogni paziente è stato abbinato con criterio random a un paziente di 80 anni e ad un altro paziente di 70, sulla base della durata del trattamento. Sono stai così evidenziati complessivamente 1.050 eventi di sanguinamento in 713 dei 3.313 pazienti con oltre 6.419 anni complessivi di osservazione.

I risultati
In particolare, l’incidenza dei sanguinamenti era del 14,8/100 anni-paziente per i partecipanti allo studio all’età di 70 anni; di 16,7/100 anni paziente da 80- a 89 anni di età, e del 18,1/100 anni nei pazienti di 90 anni e oltre. L’entità del sanguinamento e i siti erano simili per tutte le età. Gli uomini mostravano un maggiore aumento del rischio di sanguinamento con l’età, rispetto alle donne. Complessivamente, 85 pazienti avevano avuto un evento trombotico. I rapporti di rischio per la trombosi sono stati del 1,75 per i pazienti di 80 anni e di 2,14 per quelli di 90 anni, rispetto ai pazienti di 70 anni. Infine, l’aggiustamento della qualità del controllo del trattamento VKA, in alcuni dei pazienti di 90 anni ha comportato un aumento del rischio di sanguinamento, ma il rischio di trombosi è stato quasi del tutto indipendente dal controllo di VKA.

Secondo gli autori, e in conclusione, questo ampio studio di coorte non ha evidenziato alcuna indicazione riguardo al presupposto che la gravità del sanguinamento possa aumentare con l’età, mentre la frequenza è aumentata solo lievemente. Questi dati suggeriscono, dunque, che le raccomandazioni per l’impiego degli anticoagulanti nei pazienti di età superiore a 80 anni possono essere estrapolate in modo sicuro per le donne più anziane; una maggiore cautela invece va usata per gli uomini della stessa età.

Fonte: JAMA Intern Med 2016

Anne Harding

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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